Meno infinito di ieri

Non ho sempre concesso alla vista
che un alone confondesse la vita,
tanto da non saper dove vedere
o se abituarmi che ’l sangue finisca.

Eppure, tralasciavo intravedere
in un feticcio l’errore,
di chi più mi raccontava
che valesse la pena rinascere – ancora.

Ma vedo questi giorni come stranieri,
sono sassi nelle scarpe,
il mio oggi meno infinito di ieri.

Se le ossa si sono fatte lisce – a parole –,
credo alla pelle ch’avverte ogni tremore
e che dice come mai una fine non si lenisce.

 

Lascia un commento